L’importante sito indigeno ellenizzato di contrada San Benedetto di Caltabellotta ha restituito numerose tracce che lo connotano come luogo privilegiato per l’insediamento umano già a partire dall’età preistorica. Al di sotto dei resti dell’abitato greco di fine VI- inizi V sec. a. C., infatti, sono state ritrovate tracce consistenti di un villaggio indigeno databile tra l’VIII ed il VII sec. a. C. Indagini recenti, inoltre, hanno messo in luce un tratto di muro cui sono associati materiali appartenenti all’età del Bronzo Recente.

A partire dalla metà del VI sec. a. C., sotto la spinta espansionistica di Selinunte, il centro acquisisce sempre di più una impronta culturale di matrice greca. Dopo una distruzione datata alla metà del V sec. a. C., la città rinasce agli inizi del IV sec. a. C., probabilmente come phrourion (fortezza) cartaginese, inserito lungo la linea di difesa che corre tra il Platani ed Belice. Il centro fu infine distrutto agli inizi del III sec. a.C., probabilmente in seguito agli eventi della Prima Guerra Punica.

Della città è stato in parte individuato il perimetro della cinta muraria, della quale sono stati messi in luce tre lunghi tratti e due torri circolari. Si conosce inoltre una vasta e monumentale area di culto caratterizzata da edifici sacri costruiti con grandi blocchi squadrati e definiti da un imponente portico posto lungo il lato sud del pianoro e di cui rimangono i tagli di fondazione.