
Le presenze archeologiche nell’isola di Lampedusa sono distribuite sia nell’ area extraurbana sia all’interno dell’area oggi occupata dal centro urbano. Al di fuori del centro urbano si segnalano, a Capo Grecale, le emergenze note con il nome locale di “Timpuna”, strutture di forma ellissoidale o circolare, delimitate da muri di pietrame a secco, la cui funzione e datazione è incerta. All’interno dell’area urbana sono stati rintracciati diversi lembi di un abitato di età tardo romana e protobizantina. Nell’area di piazza Brignone è stato messo in luce un ampio settore dell’abitato, che la ceramica rinvenuta, anfore, vasellame da mensa prodotto in Africa, lucerne, permette di datare tra il IV ed il VII sec. d. C. Particolarmente interessante, il complesso artigianale scavato nell’area del c.d. Castello, costituito da vasche rivestite da malta idraulica e da un’area di servizio rivestita in cocciopesto, probabilmente funzionale ad attività industriali quali la salagione del pesce o la preparazione del garum. Si conosce inoltre un lembo di necropoli in località Cala Palma. costituita da un settore di sepolture a fossa e da un ipogeo, che conteneva tre livelli di sepolture corrispondenti alle tre fasi d’uso della necropoli. Alcuni dei reperti rinvenuti negli scavi archeologici sono esposti nel “Museo Archeologico delle Pelagie”, la cui visita permette di ripercorrere le principali tappe del popolamento dell’arcipelago nell’antichità.