
La “macchia mediterranea” è la particolare vegetazione spontanea caratteristica della gran parte delle isole e delle zone costiere del Mediterraneo:
si tratta di alberi e arbusti che, durante l’evoluzione, hanno sviluppato un insieme di strategie per sopravvivere all’aridità estiva.
Sulle ripide pareti di calcarenite e negli habitat semi-rupestri del Parco, una macchia mediterranea di rara bellezza è rappresentata da: carrubi dalle grandi chiome; allori dalle profumate foglie dalle riconosciute proprietà disinfettanti; olivastri, simili agli olivi ma selvatici; lentisco; fillirea e alaterno.
L’euforbia arborea, pianta straordinaria per le colorazioni di cui si veste nell’arco dell’anno, conferisce al paesaggio variazioni di colore uniche e in continuo mutamento.
I mirti, che solitamente rientrano fra gli arbusti della macchia mediterranea, hanno assunto nel tempo dimensioni e forme eccezionali all’interno del Giardino della Kolymbethra e sono da annoverare tra le piante monumentali della Valle insieme agli “olivi saraceni”.
La palma nana è l’unica specie della macchia che cresce spontanea nel bacino del Mediterraneo e ha rivestito un ruolo importante nella storia: lo testimoniano i disegni delle sue foglie a ventaglio impressi con grande evidenza in antiche monete e medaglie siciliane. Le sue fronde, fino a pochi anni fa, venivano utilizzate per lavori di intreccio e il crine per le imbottiture, per i cordami, le stuoie e le scope, dette “giummarre” con termine dialettale.
La macchia mediterranea rappresenta l’elemento di più forte naturalità all’interno del Parco, in quanto si è sviluppata indisturbata, rifugiandosi in aree difficilmente accessibili e dunque non coltivabili.