Il mandorlo e l’olivo sono la componente vegetale più caratterizzante del paesaggio agrario della Valle dei Templi. Il mandorlo, con la sua fioritura invernale – da dicembre a marzo – e con colori dal bianco candido a varie gradazioni di rosa, è uno degli elementi che più alimentano il mito dell’eterna primavera siciliana. La raccolta delle mandorle, secondo le testimonianze dei vecchi contadini della Valle, avveniva al termine dell’estate, tra la fine di agosto e la fine di settembre. Per far cadere i frutti, i rami venivano “bacchettati” con delle lunghe canne secche provenienti dal canneto della Kolymbethra.
I semi del mandorlo sono impiegati in pasticceria per la produzione della “pasta reale”, ottenuta macinando e miscelando i semi allo zucchero. I frutti di “martorana”, che devono il loro nome a una famosa chiesa di Palermo, sono i dolci tipici della “festa dei morti” (2 novembre) e sono fatti solo con questa pasta.
Gli “agnelli pasquali”, dolci a forma di agnello, sono preparati anche con un cuore di pasta di pistacchio e ricoperti da glassa e confetti.
Tradizionale è anche la produzione di “latte di mandorla”, un’emulsione di zucchero e mandorle pelate e pestate.
Insieme ai mandorli, gli enormi “ulivi saraceni” – citati da Pirandello nel romanzo “I vecchi e i giovani” e in tanti altri racconti – costituiscono il “bosco di mandorli e ulivi” della Valle. I monumentali “ulivi saraceni” sono ancora lì a testimoniare il lento trascorrere dei secoli con le loro particolari forme e straordinarie dimensioni.