A. Olivo del Tempio di Giunone
B. Olivo del Tempio della Concordia
C. Olivo del Tempio della Concordia (2)
D. Carrubo del Tempio di Zeus
E. I mirti della Kolymbethra
F. Olivo della Kolymbethra
G. Olivo di San Marco (2)
Gli “ulivi saraceni” citati da Pirandello nel suo romanzo “I vecchi e i giovani”, i mirti della Kolymbethra e il carrubo del tempio di Giove Olimpio sono ancora oggi testimoni del lento trascorrere del tempo con le loro straordinarie forme e dimensioni. Questi alberi sono stati censiti come “Alberi monumentali” e inseriti nell’elenco de “I grandi alberi di Sicilia”.

L’innesto degli oleastri o le più antiche tecniche di moltiplicazione possono aver dato origine agli olivi della Valle e – in questo modo –  eternato il valore sacro della specie insieme alle storie, alle leggende e ai riti che si sono mescolati nel corso dei secoli.
L’età di questi alberi è considerevole, ma impossibile a determinarsi, in quanto dagli ammassi di gemme, che si trovano alla base del tronco, si formano in continuazione nuovi tronchi, sovrapponendosi nel corso dei secoli.
Questo modo di crescere è all’origine della forma contorta e della sopravvivenza millenaria di alberi che Pirandello chiamava “ulivi saraceni”. Olivi monumentali dalle straordinarie forme e dimensioni e mandorli dalle suggestive fioriture invernali costituiscono il “bosco di mandorli e ulivi”, di cui parla Luigi Pirandello per indicare la vegetazione della Valle dei Templi, e caratterizzano il paesaggio del Parco. Negli ultimi decenni il Parco ha impiantato oliveti specializzati con varietà più produttive per la produzione di olio e di olive da mensa. Dagli oliveti dei terreni demaniali del Parco si ricava l’olio a marchio Diodoros che ha avuto diversi riconoscimenti per la sua qualità e delicatezza di gusto.