L’agricoltura della Valle dei Templi ha nel mandorlo il suo albero più rappresentativo. La straordinaria fioritura invernale ne ha fatto uno dei simboli del paesaggio della “eterna primavera” mediterranea e i suoi frutti vengono utilizzati in numerose produzioni pasticcere tradizionali. Alla metà del secolo scorso, non solo nella Valle dei Templi, ma in tutta la Sicilia, la coltura del mandorlo è andata in crisi e molti mandorleti sono stati abbandonati; le numerose varietà locali coltivate e selezionate dagli agricoltori hanno rischiato di perdersi per sempre.
Il Museo Vivente del Mandorlo conserva la biodiversità del mandorlo siciliano: si tratta di una collezione realizzata con oltre 250 varietà provenienti da tutta l’isola. Queste varietà sono state raccolte prima di scomparire dai frutteti tradizionali, dove erano selezionate e coltivate per la loro capacità di insediarsi in terreni poveri e di assicurare produzioni di ottima qualità anche in assenza di acqua. Il lavoro di selezione svolta da tante generazioni di agricoltori è conservato e si rende disponibile a future necessità produttive e a mutati caratteri ambientali. Il museo è dedicato alla figura di Francesco Monastra, illustre studioso scomparso nel 1997, che aveva fatto del mandorlo la sua specie prediletta.