SITO VISITABILE ATTRAVERSO IL GIARDINO DELLA KOLYMBETRA

 

Il tempio di Vulcano (in greco Efesto) sorge sulla collina a Ovest dell’odierno giardino della Kolymbetra, che lo separa dall’estremità Sud-ovest della collina dei Templi e dal santuario delle Divinità Ctonie.

La tradizionale denominazione di tempio di Vulcano – come spesso accade ad Agrigento – è soltanto convenzionale e non è supportata né da riscontri archeologici né epigrafici. Il suo nome si deve all’interpretazione di un brano di Solino, scrittore latino di geografia, che accenna alle cerimonie religiose che si svolgevano presso un lago agrigentino non lontano dal colle di Vulcano (collis Vulcanius), cosiddetto forse per la presenza di sorgenti di Zolfo.

Del tempio non resta quasi nulla, ad eccezione di piccoli tratti del basamento con quattro gradini e due colonne superstiti. La posizione di queste ultime permette di ricostruire un tempio di ordine dorico, databile al 430 a.C., con sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi. Al suo interno il tempio era suddiviso in tre ambienti: atrio di ingresso, cella e vano posteriore, il primo e l’ultimo con due colonne fra le ante. Le colonne presentano alcuni influssi di ordine ionico. All’interno della cella si sono rinvenute le fondazioni di piccolo tempio di VI secolo a.C.

Numerosi restauri sono stati eseguiti a partire dal 1928-29 quando, su iniziativa del capitano inglese Alexander Hardcastle, furono rimosse le case coloniche addossate al tempio, sino agli ultimi interventi di tipo statico e conservativo delle superfici lapidee effettuati dal Parco Archeologico della Valle dei Templi.